Plutone è l’archetipo che può realmente cambiarci la vita perché ci permette di fare chiarezza sulle nostre intenzioni e modalità di azione, e di riconciliarci con il nostro potere personale, con ciò ottenendo la capacità di dare concretamente vita a ciò che riteniamo importante. Occorre però attraversare il suo regno – l’inconscio – che si presenta come oscuro, infido e insicuro per via dei demoni personali che lo abitano e che ci porterà a perdere qualcosa per ritrovare noi stessi: è un luogo di trasformazione, che deve passare attraverso la disorganizzazione della precedente personalità per approdare a una rinascita che porti con sé il meglio di ciò che c’è stato ma abbandonando ciò che non serve più, a partire dalle maschere, le scorciatoie e le false sicurezze costruite per fronteggiare le paure. Un viaggio complicato e difficile, ma che ci condurrà là dove custodiamo la parte più integra di noi e che possiamo scorgere solamente quando, liberandoci delle sovrastrutture che abbiamo posto a difesa dell’Io, lasceremo emergere ciò che non vorremmo conoscere di noi stessi. Plutone ci obbliga infatti a vedere ciò che abbiamo rimosso e stipato sottoterra, ricordandoci che non siamo solamente ciò che crediamo, ma molto di più, e questo sia nel bene che nel male. Questo ci consentirà di vedere con chiarezza ciò che siamo e proviamo, per poi trasformare e utilizzare al meglio questo immenso potenziale. Quello di Plutone è un regno di nudità, uno stato interiore in cui si possono ritrovare i semi di ciò che siamo da sempre, ma che abbiamo dimenticato di essere.
«È davvero giunto il tempo di lavorare sui sentimenti e sulle emozioni negative che stagnano nella nostra psiche offuscando le coscienze e creando sacche di ombra collettiva, e di accogliere la parte luminosa di Plutone lavorando sulla riconnessione con il nostro rimosso. Certo, i transiti di questo pianeta non sono facili da vivere, ma sono quelli che ci permetteranno di far cadere tutti quei pregiudizi e quelle paure che ancora oggi generano separazioni e divisioni e che quindi ci impediscono di capire che l’interesse collettivo coincide quello personale e che essi procedono insieme».
