LA MAGIA DEL CAOS

LA MAGIA DEL CAOS

LA MAGIA DEL CAOS

di Phil Hine
Con introduzione di Marzio Venuti Mazzi
Pubblicato sul blog il 15/6/2024

Stanchi di estenuanti e inutili ripetizioni di mantra al fine di ottenere l’agognato aumento al lavoro? I volti tristi di quei seriosi maghi musoni, vi deprimono? I demoni servitori che abitualmente evocate non stirano bene i colletti delle camicie di vostro marito?

La Magia del Chaos fa per voi: semplice, diretta, efficace. È la magia dei risultati, è pura creatività. Liberatevi dalle catene della tradizione e abbracciate un potere su misura per tutti. Con la Magia del Chaos, ogni rituale è un’avventura unica e ogni intento si trasforma in realtà. Unitevi alla rivoluzione esoterica che sta cambiando il mondo: riscrivete le regole, plasmatele a vostro piacimento!

E ricordate: che la magia esista o meno, non importa; l’importante è che funzioni.

Tratto da Chaos Magick di Phil Hine:

Cosa vi viene in mente quando sentite la parola Caos?
«Uno stato di cose governato dal caso».
 «Uno stato non organizzato della materia primordiale precedente alla creazione».
«Uno stato o una massa confusi».
«Il Caos era la fonte primordiale, all’origine di tutto».
«Questa non è anarchia, questo è Caos».
«In principio c’era solo il Caos».
«Gli agenti del Caos rivolgono sguardi ardenti a qualsiasi cosa o persona in grado di testimoniare la loro condizione».
«Bisogna avere il Caos dentro di sé per generare una stella danzante».
«La materia è illusione, la solidità è illusione, noi siamo illusione. Solo il Caos è reale».
«Nei cieli sconfinati risplende il volto del Caos».

Il Caos è tutto questo e molto di più e, per quanto abbia un significato diverso per ciascuno di noi, nessuno di noi può ignorarlo. Negli ultimi vent’anni circa, Caos è diventata la parola d’ordine di una rivoluzione di pensiero e di metodo generando una nuova forma di scienza, nuove tecnologie e una nuova ed emergente visione del mondo. Mentre la Teoria del Caos ha generato dibattiti all’interno della comunità scientifica, la Magia del Caos ha creato controversie all’interno dei circoli occulti. La Chaos Magick è un nuovo approccio al fare magia.

Princìpi fondamentali della Chaos Magick

Mentre i sistemi magici di solito si basano su un modello o una mappa dell’universo spirituale/fisico come l’Albero della Vita, la Chaos Magick si basa su pochissimi princìpi fondamentali che generalmente sono alla base dell’approccio alla magia che essa propone (e che, tuttavia, non sono assiomi universali: pertanto sentitevi liberi di scambiarli come volete).

  1. Evitare il dogmatismo. I Maghi del Caos cercano di evitare di cadere nel dogmatismo (a meno che il manifestare un atteggiamento dogmatico non faccia parte dell’adesione temporanea a un sistema di credenze). Piuttosto che dogma, i Discordiani usano catma per esprimere che «Noi Discordiani dobbiamo restare separati!» Così i Maghi del Caos si sentono autorizzati a cambiare idea, a contraddirsi e a proporre argomenti alternativamente plausibili e non plausibili. È stato fatto notare che investiamo molto tempo ed energia per avere ragione. Cosa c’è di male nell’avere torto ogni tanto?
  2. L’esperienza personale è fondamentale. In altre parole, non fidatevi di quello che affermo su questo o quell’altro argomento ma verificate voi stessi. La magia ha sofferto molto per colpa di “teorici da poltrona” che hanno continuato a diffondere miti e informazioni non aggiornate soltanto per svariate forme di pigrizia. A volte è interessante porre domande scomode, giusto per vedere come se la cavano a rispondere i sedicenti esperti. Molto presto, i Maghi del Caos sono giunti alla sorprendente scoperta che, una volta eliminati gli strati didogmi, credenze personali, atteggiamenti e aneddoti che ammantano una particolare tecnica di magia pratica, questa può essere descritta in modo molto semplice.
  3. Eccellenza tecnica. Uno dei primi malintesi riguardo alla Chaos Magick era che avesse dato carta bianca ai suoi praticanti per fare tutto ciò che volevano. Non è così. L’approccio del Caos ha sempre sostenuto una rigorosa autovalutazione e analisi, enfatizzando la pratica delle tecniche che si vanno sperimentando, fino a ottenere i risultati desiderati. Imparare a fare magia richiede lo sviluppo di una serie di competenze e abilità, e se si ha intenzione di cimentarsi in questa materia così strana, perché non farlo al meglio delle proprie capacità?
  4. Decondizionamento. Il paradigma del Caos propone che uno dei compiti principali dell’aspirante mago sia quello di decondizionarsi completamente dalla rete di credenze, atteggiamenti e finzioni sul sé, sulla società e sul mondo. Il nostro ego non è che finzione di un’individualità stabile che si mantiene perpetuando distinzioni tra “ciò che sono/ciò che non sono”, “ciò che mi piace/ciò che non mi piace”. Possiamo iniziare ad allargare le crepe nella nostra realtà consensuale, cosa che, auspicabilmente, ci permetterà di ridurre l’attaccamento alle nostre credenze e alle convinzioni dell’ego e quindi ci renderà capaci di scartarle o modificarle quando sarà opportuno farlo.
  5. Approcci diversi. La prospettiva del Caos, se non altro, incoraggia un approccio eclettico allo sviluppo, e i Maghi del Caos sono liberi di scegliere da qualsiasi sistema magico disponibile, da temi tratti dalla letteratura, dalla televisione, dalle religioni, dai culti, dalla parapsicologia, ecc. In sostanza questo significa che se si parla con due differenti Maghi del Caos e gli si chiede cosa stiano facendo in un dato momento, raramente si riscontrerà un’unanimità sul loro tipo di approccio.
  6. Gnosi. Una delle chiavi dell’abilità magica è la capacità di entrare in stati alterati di coscienza ogni volta che lo si desidera. Generalmente, tendiamo a tracciare una linea netta tra coscienza ordinaria e stati alterati, ma in realtà ci muoviamo continuamente tra stati di coscienza diversi, come i sogni a occhi aperti, il “pilota automatico” (in cui compiamo azioni senza cognizione) e vari gradi di attenzione. Tuttavia, per quanto riguarda la magia, l’ingresso volontario in stati alterati intensi può essere diviso in due poli di gnosi fisiologica: gli stati inibitori e gli stati eccitatori. I primi includono tecniche fisicamente passive come la meditazione, lo yoga, la cristallomanzia, la contemplazione e la privazione sensoriale, mentre i secondi comprendono il canto, il tambureggiamento, la danza e l’eccitazione emotiva e sessuale.

Phil Hine

 

Tratto da CHAOS MAGICK di Phil Hine, edito da Spazio Interiore nel 2024. Lo puoi acquistare QUI

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